Surriscaldamento globale e climatologi improvvisati

18 Gennaio 2009 Off Di meteocomo

Pare che a Como bastino 30 cm di neve scarsi per mettere in forse il surriscaldamento globale.
Sicuramente sono bastati per dar fiato ai più svariati personaggi che confondono le dinamiche meteorologiche planetarie con le condizioni del tempo a scala locale.
MeteoComo, che raccoglie appassionati di meteorologia e climatologia, non ha mai preso posizione su questi temi: forse, seppur sommessamente, è giunta l’ora di farlo, quantomeno per distinguere le mele (global warming) dalle pere (tempo a Como in una singola decade di un singolo mese di un singolo anno).


1) E’ un fatto che nel secolo passato la temperatura media sulla Terra sia aumentata di circa 6 decimi di grado. Nella nostra area il rialzo è stato anche superiore, quantificato in circa 1 grado (fonte MeteoSvizzera). In particolare l’anno appena passato è stato il decimo più caldo dal 1864 (fonte Meteosvizzera). Da notare che i dieci anni più caldi si sono registrati tutti dal 1989 in poi. La serie dell’osservatorio di Monteolimpino inizia per coincidenza proprio dal 1989: il 2008 è stato l’ottavo più caldo della serie ventennale ed è stato anche il secondo più piovoso dopo il 2002, anche se 40 fantomatici giorni consecutivi di pioggia, di cui qualche utente ci ha chiesto conferma, non si sono mai visti, né in primavera, né in nessun altra stagione dell’intera serie ventennale.

2) Il fatto che la temperatura media della Terra aumenti non comporta necessariamente che tutte le stagioni di tutti gli anni in una singola località debbano per forza essere più calde del passato. Anche durante la “piccola era glaciale”, durata dal XIV secolo alla metà del XIX e caratterizzata da inverni lunghi e rigidi, estati relativamente fresche ed umide e un avanzamento notevole dei ghiacciai, ci fu spazio per un’altalena climatica con rapidi passaggi, talvolta disastrosi, tra inverni artici ed estati torride, lunghe siccità e anni di piogge torrenziali, raccolti abbondanti e carestie (fonte: G.Asnaghi – Como e il Lario sotto la neve – ed. Macchione). Allo stesso modo durante un periodo di riscaldamento sono possibili episodi freddi, in quanto le condizioni del tempo a scala locale sono influenzate maggiormente dalle configurazioni sinottiche continentali che non da decimi di grado in più o in meno a livello globale. Nella provincia di Como ciò è ancora più decisivo se pensiamo alla determinante presenza della catena alpina che, a seconda della provenienza delle correnti atmosferiche, può causare lunghi periodi secchi (con predominanza di correnti settentrionali), o umidi (con, viceversa, predominanza di correnti meridionali), in contrasto con le aree adiacenti che contemporaneamente godono di condizioni spesso opposte.

3) L’inverno che abbiamo vissuto finora (fermo restando che i conti andrebbero fatti a consuntivo, ossia al 1° di marzo) non ha proprio nulla di eccezionale e certamente non lo si può definire, almeno finora, gelido. Il mese di dicembre a Monteolimpino ha fatto registrare una temperatura media di +4,0°C: dal 1989 sono stati più freddi i mesi di dicembre del 1990, 1991, 1998, 1999, 2001 e 2005. La prima decade di gennaio, l’unica ad oggi conclusa e confrontabile quindi con le altre, ha fatto registrare una temperatura media di +0,6°C, la più fredda della serie ventennale, seppur di un solo decimo rispetto al 2002. Dal punto di vista dei valori assoluti non si è scesi al di sotto dei -5 gradi, né a dicembre, né, finora, a gennaio, ben lontani dai -9 del dicembre 1996, -11 del febbraio 1991, -14 del gennaio 1985 (quest’ultimo valore non appartenente alla serie). L’unico record ventennale battuto è stato semmai quello di caldo per il mese di dicembre: per chi si fosse già dimenticato il 21/12/2008 si sono registrati +19,1°C… La neve si è presentata 6 volte per un totale di 56 cm accumulati, valore senz’altro significativo, visto che la media ventennale è attorno ai 24 cm, ma nell’inverno 2005/2006 (tre anni fa dunque, non trenta o trecento) caddero 106 cm, più di un metro quindi, pure in 6 episodi. A fine gennaio un’unica nevicata portò 74 cm di cui 59 in 24 ore, questo sì eccezionale per località di bassa quota…

Ricapitolando: il surriscaldamento globale c’è ed è innegabile (le sue cause al più non sono del tutto chiarite e permangono fonte di dibattito, anche se pur non essendo sicuri dello “zampino” dell’uomo, è certamente opportuno un approccio più etico ai problemi ambientali: se ci siamo sbagliati e l’uomo non è responsabile, avremo comunque fatto qualcosa di buono); singoli episodi stagionali o annuali a scala locale possono benissimo andare in controtendenza essendo causati da configurazioni continentali; l’inverno 2008/2009, finora, non è stato per niente eccezionale (al limite possiamo definirlo significativo e senz’altro apprezzabile dal punto di vista dinamico): ciò non toglie che magari a febbraio possa verificarsi qualcosa di straordinario; chissà…

Concludendo, sarebbe quindi utile non comportarsi come le banderuole al vento, facendosi influenzare da una decade (10 giorni, ossia un nono di stagione) più fredda o più calda in un’area di poche centinaia di chilometri quadrati, o peggio dando fiato alle trombe perché non si sa cos’altro suonare, per giungere a conclusioni affrettate riguardo a temi che prendono in esame tutto il globo e centinaia di anni. Capiamo che può essere difficile visto che mediamente un essere umano vive meno di 80 anni e tende anche ad avere la memoria un po’ corta, ma per questo esistono le serie di dati negli archivi meteorologici.