1906 – 1914: il servizio di sgombero della neve a Milano

29 Febbraio 2004 Off Di meteocomo

1906-1914: il servizio di sgombero della neve a Milano

Durante i 9 inverni intercorsi tra il 1906 ed il 1914 l’altezza media della neve caduta a Milano si attestò a 33,5 centimetri.

Tale valore, in leggera flessione rispetto alla media di 37 cm. calcolata sui 19 inverni di fine ottocento è da imputarsi fondamentalmente alla scarsità delle precipitazioni nevose che caratterizzarono gli inverni 1907-08 (nessun accumulo) e 1909-10 (solo 8,7 cm.).

Dai dati sugli accumuli nevosi pubblicati dall’Osservatorio di Milano Brera è comunque evidente come, tranne alcune eccezioni, il servizio di sgombero della neve organizzato dall’Ufficio Tecnico del comune dovette confrontarsi con inverni particolarmente nevosi.

Le abbondanti nevicate del primo decennio del secolo scorso determinarono difatti una media pari a 38,6 centimetri. Tale valore fu confermato anche durante il secondo decennio (media di 36,2 cm.), prima del vistoso calo delle precipitazioni nevose che interessò gli anni venti (21,2 cm.).

Nel periodo considerato si distinsero in particolare per nevosità gli inverni 1906-07 (44,0 cm.), 1908-09 (93,5 cm.) e 1910-11 (56,8 cm.).

Il mese con il maggior numero di giorni di neve fu il febbraio del 1909: in 7 giorni caddero 77 cm. di neve.

Per quattro inverni consecutivi nel centro di Milano si registrarono le ultime precipitazioni nevose nel mese di aprile (1906, 1907, 1908 e 1909), pur senza accumulo.

Eccezionale fu invece l’episodio dell’aprile 1911.

Per approfondimenti sull’inverno del 1909 e sul bianco aprile del 1911 si rimanda ai reportage dedicati:

L’inverno del 1908-09 a Como, Milano e Varese

L’eccezionale nevicata del 4-6 aprile 1911 in Lombardia

A Milano, tra l’inverno del 1906-07 e l’inverno 1913-14, il servizio di spazzatura e sgombero della neve era coordinato dalla direzione dell’Ufficio Tecnico Municipale, che in parte lo affidava a cottimisti ed in parte lo effettuava direttamente, in economia, attraverso gli spazzini comunali.

Complessivamente la superficie stradale della città di Milano ammontava a 6.448.749 m2, dei quali il 27% era costituito da marciapiedi, il 14% da spazi piantumati ed il 60% (3.845.489 m2) da carreggiate.

Il servizio di sgombro della neve veniva esteso ad una superficie di circa 5.400.000 m2, suddivisa in 284 gruppi di strade, ciascuno dei quali formava il cosiddetto cottimo.

I 10 cottimi che comprendevano le strade centrali di maggior transito venivano affidati dall’Ufficio Tecnico direttamente al corpo degli spazzini (circa 600 unità): il loro rapido impiego (rispetto ai cottimisti) permetteva difatti di evitare reclami d’ogni sorta da parte della cittadinanza.

Già alla fine di ogni ottobre la Direzione dell’Ufficio Tecnico Comunale provvedeva a stipulare i necessari contratti, che impegnavano i cottimisti per un’intera invernata (dal 15 novembre al 15 marzo). All’atto della firma del contratto il cottimista riceveva un libretto contenente la descrizione particolareggiata del cottimo, ovvero del gruppo di strade, con la denominazione delle località da sgombrare dalla neve.

Le istruzioni di lavoro dettagliate nel libretto includevano le indicazioni sulla tipologia della rimozione da effettuarsi per ciascuna località (sgombro completo o solo ammucchiamento della neve), la superficie del cottimo, il compenso corrisposto per ogni centimetro di neve caduta e copia delle norme contrattuali sottoscritte.

Partineve nelle vie di Milano: un’immagine non insolita per la Lombardia fin dopo gli anni ’50 !

Il compenso corrisposto ai cottimisti era variabile, per ogni metro cubo di neve rimossa, a seconda della larghezza delle strade nelle quali veniva svolto il servizio e della difficoltà o meno dello scarico.

In particolare venivano corrisposti da 5 a 7 centesimi per semplici corse di partineve od ammassi e da 10 a 22 centesimi per sgombro completo con trasporto della neve agli scarichi.

Alla firma del contratto il cottimista riceveva in consegna gli attrezzi dal Comune esclusivamente per il servizio di sgombero della neve: ne era dunque responsabile fino alla riconsegna alla fine dell’invernata – salvo il naturale deperimento – così come era responsabile, oltre che degli attrezzi, anche del buon andamento del servizio affidatogli.

Con l’inizio delle precipitazioni nevose il cottimista assumeva dei braccianti, per lo più gente del contado che esercitava il mestiere di selciatore o di lastricatore (quindi forzatamente inoperosi nei giorni di cattivo tempo) e che andavano a formare la cosiddetta Compagnia.

Attrezzi consegnati ai cottimisti nell’invernata 1913-14

Carriole ad una ruota N° 107
Chiavi per bocche N° 434
Pale di ferro N° 777
Palotti di legno N° 15232
Raspe di ferro N° 2035
Raspini di ferro N° 1910
Scope N° 5639
Stanghetti N° 29
Telai di ferro per bocche N° 292
Tomarelle N° 231
Zapponi N° 13

Nella notte le Compagnie partivano alla volta della città per presentarsi al magazzino municipale dove il cottimista attendeva l’ordine di inizio dello sgombro che, qualunque altezza avesse raggiunto la neve caduta, poteva essere impartito unicamente dalla Direzione dei Lavori.

Prima ancora di procedere allo sgombero e ammucchiamento della neve da marciapiedi e zone carreggiabili, i lavori dovevano concentrarsi sulla rimozione degli spazi occupati dai binari delle tramvie, per garantirne la continuità del servizio.

Questa priorità permise alla città di Milano di limitare al minimo le interruzioni del servizio tranviario causate dalla neve, anche in occasioni di nevicate eccezionali come quella verificatasi dal 10 all’11 febbraio 1909, e nella quale in 36 ore caddero ben 48 centimetri di neve.

Dopo l’ammucchiamento, e di solito al termine delle precipitazioni nevose, il cottimista, per le località contemplate dal suo libretto di cottimo, doveva quindi provvedere al trasporto nelle bocche di scarico dei canali fognari o nei navigli, con l’ausilio di tomarelle a mano o carri trainati da cavalli.

Milano, 25 febbraio 1909. – La sgombero della neve caduta ultimamente a Milano avrebbe dovuto costare al Comune oltre 300,000 lire; ma l’ufficio tecnico alla resa dei conti applicò ai cottimisti per tale servizio – circa 200 – la grossa ammenda di 45.000 lire per il lavoro mancato o lentamente eseguito. I cottimisti così duramente toccati nella borsa elevarono alte proteste ed oggi furono ricevuti in commissione dall’assessore Tarlarini. Si è stabilito che ogni singola cottimista presenti le proprie ragioni di protesta all’ufficio tecnico che le esaminerà caso per caso onde decidere se siavi eventualmente ragione – e in quale misura – per un condono sulle multe ed ammende applicate.

Scarico della neve nei canali fognari a Milano

Per quei canali caratterizzati da scarsità d’acqua, per favorire lo scarico della neve, erano appositamente disponibili bocche alimentate da un getto d’acqua regolabile a mano.

Non appena ultimato lo sgombro alcune squadre di spazzini, con appositi carrelli forniti di tubi di gomma e lancia ad acqua, provvedevano alla completa pulizia delle strade pavimentate in asfalto ed in masselli, in modo da farvi scomparire qualsiasi vestigia della neve.

Terminata l’opera dei cottimisti la Direzione Lavori si attivava per effettuare i relativi controlli prima di dare corso al pagamento dei compensi dovuti.

Gli attrezzi che si consegnavano ai cottimisti per lo sgombro della neve, rappresentavano nel loro complesso una somma non indifferente, una parte della quale gravava sulla spesa complessiva, poiché una buona parte veniva restituita alla fine dell’invernata in condizioni di deterioramento od inservibile.

Fa sicuramente eccezione l’inverno 1907-08, praticamente privo di accumulo.

carro

Carro spartineve

Qui di seguito ecco un dettaglio delle ore di lavoro impiegate negli inverni considerati:

Ma perché a Milano non si usano i mezzi meccanici che si usano all’estero ?

Durante le grandi invernate del XIX e XX secolo è difficile non imbattersi in polemiche e lamentele sull’efficacia e sull’efficienza del servizio di rimozione della neve. Le cronache ne sono ricche…dalle strade rese fangose e impercorribili con il sopraggiungere del disgelo fino alle più recenti polemiche per la paralisi dell’aeroporto della Malpensa a seguito dell’annunciata e prevista nevicata del Natale del 2000.

Nei primi anni del 1900 il progresso tecnologico subì un forte impulso, supportato dai grandi passi compiuti in molti campi delle scienze (ivi inclusa la meteorologia).

Ciò portò ad una sempre più diffusa convinzione di essere ormai prossimi alla comprensione di tutte le leggi che governano l’universo, comprensione che avrebbe permesso di trasformare, manipolare ed assecondare la natura alle esigenze od ai capricci dell’uomo.

Tale illusione era certamente alimentata, nell’immaginario collettivo, dalle sempre più sofisticate macchine messe a disposizione dall’incalzante progresso tecnologico.

Tram spartineve a Milano

Ecco dunque come anche a Milano, tra il 1906 ed il 1914, iniziano a contrapporsi i nuovi ed i vecchi metodi per lo sgombero della neve…non senza polemiche.

Ecco uno stralcio di cronaca milanese del 1914…

Ma perché non si usano a Milano i mezzi meccanici e le macchine che si usano all’estero? Ecco la frase fatta che di solito si sente e non accade mai che qualcuno possa dare ragguagli su queste macchine … che non esistono che nella mente del facile critico!

Nell’ultima invernata si sono usate le spazzatrici a cavallo, automobili del servizio di nettezza urbana muniti sul davanti di spartineve riscaldati con vapore di scappamento, ed infine di sali deliquescenti. Più di così né qui né altrove si fa perché non c’è modo di fare.

Le spazzatrici a cavallo vanno usate al primo cadere della neve, gli automobili non danno buon risultato se la temperatura alzandosi porta lo sgelo, i Sali sono a temersi se un freddo repentino dovesse congelare la neve squagliata dal sale.

Qualcuno avrà forse avuto anche occasione di vedere una speciale motrice tranviaria che la Società Edison adopera all’inizio del servizio tranviario nel caso di nevicate eccezionali.

I mezzi sopraindicati si usano quindi solo quando le condizioni atmosferiche lo consigliano e non sempre sono proficui per gli sbalzi di temperatura che continuamente si susseguono durante la nevicata.

Per contro è dalle migliorie che il Comune apporta con lodevole sacrificio alle pavimentazioni stradali e coll’estendersi continuo dei canali di fognatura che lo sgombero della neve potrà farsi in modo sempre migliore e sempre più rapido.

Automobile spartineve

Gabriele Asnaghi