La nevicata dell’aprile 1911

2 Gennaio 2004 Off Di meteocomo
Aprile 1911 – Aprile 1991

Nel recente passato, le date del 17 e 18 aprile 1991, hanno segnato un evento eccezionale per la climatologia della nostra regione: un’intensa perturbazione proveniente dalle regioni polari determinò un rapido peggioramento delle condizioni atmosferiche con raffiche di vento, pioggia, temporali, grandine ed infine la neve!

Anche 80 anni prima i Comaschi, dopo aver assaporato dei primi tepori primaverili, si ritrovarono a fronteggiare i rigori di una stagione invernale ormai dimenticata: era l’aprile del 1911.

Per intensità, durata e fenomenologia, quell’invernata tardiva non trova alcun riscontro nella climatologia comasca del XX secolo.

L’altezza del manto nevoso che si registrò ai monti, ma soprattutto al piano, fu davvero eccezionale: basti pensare come dal gennaio 1988 all’aprile 2003, considerando anche i mesi invernali, Como città ha registrato accumuli superiori a quelli dell’aprile 1911 solo nell’episodio di S. Silvestro 1996 !

Prima di lasciar spazio alle cronache dell’epoca, ricordiamo come la climatologia comasca annoveri molti altri episodi nevosi verificatesi nel mese di aprile.

Tra le nevicate primaverili la città di Como, come Milano, può vantare persino brevi e fugaci apparizioni nel mese di maggio.

La grande nevicata del 4 – 6 aprile 1911

Lunedì 3 aprile 1911 a Como il clima è mite e prettamente primaverile: alle ore 9:00, con una temperatura di +11,0°C, il cielo si presenta irregolarmente nuvoloso e soffia un debole vento da est con un’umidità relativa dell’82%. La temperatura, dopo un valore minimo di +8,1°C, inizia il suo lento aumento che la porterà, in giornata, a toccare un valore di +17,8°C.

bodendruck

Nel frattempo una depressione posizionata a sudest della Finlandia protende una saccatura verso il Mediterraneo e l’Italia.

In Atlantico si è andato intanto rafforzando un robusto anticiclone, con un massimo pressorio di 1030 hPa tra l’Islanda e le isole britanniche.

Tra queste due figure inizia a scorrere un “fiume” d’aria gelida dalle regioni polari verso il mar di Norvegia e l’Europa centro occidentale.

I primi effetti non tardano a farsi sentire e per tutta la giornata di martedì sulla città di Como spira “un’aria frizzante”. La temperatura massima subisce un decremento di 6,5°C (da +17,8°C a +11,2°C), ma il raffreddamento è solo all’inizio.

In tutto il centro nord della nostra penisola vengono segnalate le prime piogge (a Milano fino alle ore 21:00 cadono 5,4 mm di pioggia, a Firenze 35,2 mm).

Dal “Corriere della Sera” di giovedì 6 aprile 1911, si apprende come a Brescia, nel pomeriggio del 3 aprile, preceduto da una scossa ondulatoria di terremoto (avvertita in tutta la provincia), si scatena un vero temporale estivo con scariche elettriche e pioggia abbondante, facendo scendere la temperatura “dalla media di centigradi 13 ad un minimo di 8”.

L’irruzione di aria fredda nel bacino del Mediterraneo determina tra il 4 ed il 5 aprile la formazione di una zona ciclonica, che posiziona il suo minimo (995 Hpa) sul mar Tirreno.

boden 2

Al suolo le correnti si dispongono dai quadranti orientali, mentre in quota sopraggiunge aria molto fredda (la stazione di Andermatt il giorno 4 registra 7 gradi sotto lo zero).

Il forte gradiente termico verticale è foriero di temporali, anche grandinigeni, come osservato il giorno 4 sulle colline intorno a Brescia all’imbocco della Valle del Garza, che è interessata da una “forte” grandinata.

In tutto il Comasco, tra la tarda serata di martedì e le primissime ore di mercoledì le precipitazioni assumono carattere nevoso: la temperatura crolla nella notte dai +6,6°C del valore massimo fin verso gli 0°C.

corriere

Dal “Corriere della Sera” di giovedì 6 aprile 1911

La neve cade per tutta la notte e prosegue ininterrotta anche nel corso di mercoledì 5 aprile: “vi sono state ore in cui la caduta era così abbondante da far credere a un vero turbine”.

Mentre in città si raggiunge in giornata un’altezza provvisoria di 20 centimetri, in aperta campagna, nei dintorni di Como, la neve supera già i 30 centimetri (dal “Corriere della Sera” di giovedì 6 aprile 1911).

“L’Ordine”, nell’edizione del mattino di mercoledì 05 aprile 1911, scriveva:

“Certo nessuno si aspettava alzandosi col nuovo giorno, di veder biancheggiare le campagne, i monti, i tetti delle case per un alto strato di neve, che continuò a cadere per più ore, come se fossimo in gennaio, anziché in aprile.

ordine

Da “l’Ordine” di mercoledì 5 aprile 1911

Chi ricorda che siamo ancora nella luna di marzo – la … più mattacchiona fra quante ne conta l’anno – non si meraviglia di questo brutto scherzo della stagione che dovrebbe esser la più bella, per antonomasia. Grazie tante !”

Nelle Prealpi comasche le nevicate sono intense: nell’Intelvese, dopo ventiquattr’ore di neve, la mattina del 5 aprile si segnalano accumuli fino ai 60 cm di S.Fedele (da “La Provincia di Como” di giovedì 6 aprile 1911).

Non è da meno la vicina Varese: “Da questa notte alle 23.30 la neve cade incessantemente su tutto il Varesotto e sulla regione dei laghi: anche Varese nelle prime ore di mercoledì si sveglia con circa 20 centimetri di neve nelle vie cittadine” (Varese, 5 aprile, matt. – “Corriere della Sera” di giovedì 6 aprile 1911).

Intanto a Como il servizio della funicolare, che collega la città di Como con il sovrastante abitato di Brunate (718 m s.l.m.), viene sospeso.

“Per la forte ed ininterrotta nevicata sulla linea (specie sulla metà superiore) il servizio della funicolare dovette essere sospeso nel pomeriggio di ieri. La neve caduta nella giornata a Brunate supera i 40 cm d’altezza”.

comunicazioni interrotte

Da “La Provincia di Como” di giovedì 6 aprile 1911

La sospensione è insolita, se si pensa che, durante la grande nevicata del febbraio 1947, quello della funicolare risultò l’unico servizio attivo.

Nella serata di mercoledì l’intensità della nevicata non accenna a diminuire ed i disagi segnalati da tutta la provincia sono sempre più numerosi.

La neve, alla quota di 800-1000 metri, supera ormai quasi ovunque il metro di altezza.

Per il peso della neve molte linee elettriche, telefoniche e telegrafiche risultano interrotte; ritardi e gravi difficoltà vengono segnalate sulle principali linee ferroviarie.

Sempre in serata, a Monteolimpino, l’altezza del manto nevoso raggiunge i 25 centimetri, come si rileva da questo curioso articolo pubblicato su “La Provincia di Como” di giovedì 6 aprile 1911:

La mattina di giovedì 6 aprile 1911 Como si sveglia con gli ultimi fiocchi di neve.

Alle ore 9:00, dopo una minima di +0,1°C, il cielo si presenta ancora coperto con un’umidità relativa del 76%.

Mentre un debole vento da est regala l’ultimo nevischio, sulla città si misurano 25 centimetri di neve.

Accumuli superiori sono segnalati nelle zone periferiche della convalle ed in tutta la provincia: a Barzanò, dopo 38 ore consecutive di precipitazioni, si misurano 40 centimetri in pianura e 52 in collina!

In città, tra le 16 e le 17 del pomeriggio, la funicolare per Brunate riesce a riprendere regolarmente il suo servizio.

” I soci del pattinaggio sentirono fremere i garretti, gli arditi sciatori …”

Da “La Provincia di Como” di giovedì 6 aprile 1911

“La neve di ieri ci ha persuaso della verità del proverbio: Non dir quattro se non è nel sacco. Primavera, primavera! – si era esclamato – con troppa fretta – giorni sono, quando il sole rideva già per le strade con riflessi d’oro caldo e con promesse di tepori nuovi, quando gli alberi timidamente s’infioravano e le pellicce s’immergevano per il riposo consueto nel profumo acre e provvidenziale della canfora. Ma la primavera non era giunta; l’aria si fece improvvisamente brumosa, il freddo ritornò con le sue acute punture, i soprabiti leggieri furono posti in aspettativa e dei petali bianchi cominciarono a turbinare lievi per il cielo e scesero a recare il gelo ai petali profumati, il gelo che uccide la promessa degli alberi.

La neve che ha cominciato a cadere l’altra notte a fiocchi larghissimi e che è caduta ieri per l’intera giornata abbondantemente è un regalo – non chiesto – che marzo ha voluto offrire all’aprile. Nessuno l’aspettava, e dal principio si credeva, ad una semplice infarinatura; ma invece la bianca signora ha recato il tradizionale candido mantello dell’altezza di circa venticinque centimetri ed ha fatto la sua visita in piena regola, come se fossimo in pieno inverno.

cronaca cittadina

E per le strade, naturalmente, si è avuto la sua brava fanghiglia e l’aspetto de la città e dei monti ha subito assunto una fisionomia tutt’altro che primaverile. Ma se sono sfioriti gli alberi, rifioriranno in città … molte speranze …

I soci del pattinaggio sentirono fremere i garretti, gli arditi sciatori si radunarono per indire una gara … primaverile, i ballerini più impertinenti pensarono ad un ritorno del carnevale con feste, cene, maschere, ecc., ed il buon Pizzi telegrafò subito e si assicurò gli artisti per una stagione straordinaria in continuazione di quella invernale.

Auguriamoci che ben presto un bel sole veramente d’aprile – e non i ritardo – spazzi via definitivamente la bruma, il freddo, le pellicce … e le speranze troppo audaci!”

Di nuovo gelo … si torna a sciare!

Il tempo migliora, ma l’inverno ha in serbo un’ultima sorpresa: venerdì 7 aprile si registrano ovunque temperature ben al di sotto dello zero: nella più calda convalle si toccano -1,0°C!

Nella vicina Orimento e alla conca Cristè la neve caduta varia da un metro e mezzo a due metri: l’unione sportiva intelvese e lo sky club di Lugano ne approfittano per organizzare un’ultima insperata escursione. L’appuntamento viene fissato per domenica 9 aprile 1911 (da “L’Ordine” di sabato-domenica 8-9 aprile 1911).

La neve a Milano

Anche la città di Milano viene interessata dall’episodio di maltempo.

La neve inizia a cadere solo verso le ore 8:00 di mercoledì 5 aprile e prosegue ininterrotta per tutta la giornata e la notte.

L’Osservatorio di Milano Brera, nei 2 giorni di neve, registra un totale di 9 cm (*).

L’episodio tardivo porta il periodo nevoso della stagione a 133 giorni, dal momento che la prima neve cadde il 25 novembre del 1910 (il valore tuttavia lontano dal record).

I 9 cm di neve cumulati costituiscono invece il record per il mese di aprile dal 1883 all’aprile del 2003.

la neve a milano

Dal “Corriere della Sera” di giovedì 6 aprile 1911

Il bollettino riferito a mercoledì 5 aprile 1911:

La mattina di giovedì 6 aprile l’Osservatorio registra la temperatura minima assoluta del mese (+0,6°C).

(*) Luigi Santomauro “Lineamenti climatici di Milano 1763-1955” (Quaderni della “Città di Milano”)

La neve a Chiasso (CH), in Lombardia, Piemonte e Liguria

Ecco alcune delle più significative segnalazioni comparse nelle colonne dei quotidiani dell’epoca ( “La Provincia di Como” e il “Corriere della Sera” di giovedì 6 aprile 1911).

Chiasso, 5.: “Il freddo pungente di ieri non poteva lasciarci supporre una visita della neve fuori stagione. Nevica in fatti ininterrottamente da ventiquattro’ore. La città è ridotta iuna vera pozzanghera, così che invece di camminare si guazza. Figuratevi con quale delizia dei cittadini!”.

Varese, 5.: “Dopo due giorni di freddo intensissimo, stanotte cominciava a nevicare come se fossimo ancora nel cuore dell’inverno. La neve continua tuttora a cadere e sembra non voglia cessare tanto presto. Sui monti del varesotto, del luinese e del Lago Maggiore raggiunge di già quasi un metro d’altezza in pianura ed in città si aggira attorno ai 40 centimetri.

Stamane tutti i treni provenienti da Milano, Porto Ceresio, Como, Laveno e Luino subiscono fortissimi ritardi, e quelli a trazione elettrica dovettero in parte essere rimorchiati con macchine a vapore in seguito a guasti cagionati dalla grande nevicata”.

Arona, 5 aprile, notte: “Dalle prime ore di stamane la neve cade abbondantemente. Essa, in qualche punto, ha raggiunto l’altezza di 40 centimetri. La vettura postale, che parte da Gozzano alle 5.30 giungendo ad Arona alle 9, si è fermata a mezza strada senza poter proseguire a causa della neve e delle strade accidentate. I treni subiscono parecchio ritardo ed alcune linee telegrafiche e telefoniche sono interrotte”.

Varallo Sesia, 5 aprile, notte: “Ieri sera, dopo un inizio burrascoso, è cominciata a cadere un’abbondante nevicata, determinando un forte abbassamento di temperatura. A varallo Sesia la neve ha raggiunto i 60 centimetri di altezza. Le linee telefoniche e telegrafiche sono interrotte per essersi spezzati i fili ed attacchi in parecchi punti.

Il treno da Novara per compiere 50 chilometri deve impiegare 3 ore.

Le comunicazioni colle tre valli qui facenti capo sono assolutamente interrotte e la neve per le vie provinciali che conducono alle valli raggiunge già ora più d’un metro d’altezza.

Non si parla dei paesi montani e delle case disperse, che sono completamente bloccati e le famiglie che ivi abitano non riescono ad aprire le porte per la neve che le ostruisce.

Al ponte della Gula,a Fobello, a Ribella, a Riva, ad Alagna, a Rassa, ove la neve raggiunge già più di 1 metro e mezzo di altezza, cadono dalle montagne numerose valanghe. A Rima, con grave pericolo degli abitanti, caddero fragore sulla via appena fuori del paese varie valanghe dal Tagliaferro e si fermarono a qualche metro dal paese”.

Brescia, 5 aprile, notte: “Stamane verso le tre è caduto un po’ di nevischio cessato ben presto, ma poco dopo le 11 ha cominciato a nevicare prima a fiocchetti radi e poi a larghe falde, densissime, senza interruzioni. Tutta la notte imperversò un vento furioso.

Notizie dai paesi delle riviera del Garda recano che anche là stamane nevicava e che i monti sono tutti coperti di neve”.

Voghera, 5 aprile, notte: “Nevica a larghi fiocchi dalle due del pomeriggio. Questa sera le vie meno frequentate e le campagne sono coperte di neve. Si temono danni per la campagna”.

Piacenza, 5 aprile, notte: “Questa notte fino a tutt’oggi alle 17 è nevicato. La neve non ha fatto presa in città, dove ora piove dirottamente”.

Torino, 5: “Dopo una giornata di pioggia e vento, stamane è ricomparsa la neve che in breve ha ricoperto le vie ed i tetti delle case. La temperatura è abbassata di molto. La neve continua sempre a cadere tanto in città, come in tutta la provincia”.

Novara, 5 aprile, notte: “In Novara città la neve è cominciata a cadere stamane verso le ore 9, persistendo tuttora con inaudita violenza.

Notizie giunte da Varallo Sesia, da Quarona e da Borgo Sesia informano che in quelle plaghe la neve cade da stanotte e continua ininterrottamente.

Verso le 20 di questa sera avevamo raggiunto l’altezza di oltre 70 centimetri.

Anche verso Domodossola, ma specialmente a Gozzano, Orta e Omega e in tutta la regione del Cusio, la neve è caduta in quantità impressionante così da raggiungere stasera i 50 centimetri.

I treni provenienti da quelle regioni giungono con enormi ritardi.

Da Novara sono partiti nel pomeriggio parecchi ingegneri e operai ferroviari per provvedere con treni spazzaneve e liberare le linee”.

Genova, 5 aprile, notte: “Da oltre 24 ore imperversa in Liguria il maltempo. Sugli appennini che circondano la nostra regione è caduta la neve. A Genova e nei paesi limitrofi è piovuto quasi ininterrottamente. La temperatura è sensibilmente abbassata”.

Spezia, 5 aprile, notte: “Dopo una notte ventosa, stamane cadde una abbondante nevicata. La temperatura si è abbassata come in inverno”.

Savona, 5 aprile, notte: “Anche oggi in città e nei dintorni il tempo è orribile. La neve cade abbondantissima. Gli appennini intorno ne sono ricoperti”.

80 anni dopo

Il più recente episodio dell’aprile 1991 presenta, come già accennato, sorprendenti analogie al più illustre evento appena descritto.

Analogamente a quanto avvenne nel 1911 la causa della velocissima discesa di aria fredda è da ricercarsi nell’anomalia dell’anticiclone delle Azzorre, posizionato tra le isole Britanniche e l’Islanda, e nella presenza di un profondo vortice depressionario in prossimità della Scandinavia.

Tra il 16 ed il 17 aprile 1991, allungando un promontorio verso Nord, l’anticiclone apre la strada alla discesa di aria artica che, pilotata lungo il suo bordo orientale, irrompe nel Mediterraneo.

In attesa dei previsti eventi, martedì 16 aprile, presso l’Oss. meteorologico di Como Monteolimpino si raggiungono 23°C, in una delle più classiche giornate primaverili.

La veloce formazione di un minimo depressionario sull’alto Tirreno dà luogo già dalla mattina di mercoledì 17 aprile ai primi rovesci temporaleschi, accompagnati da chicchi di grandine.

Il crollo termico è repentino: da una massima di +13,0°C la temperatura si porta nel pomeriggio a +2,0°C.

Mentre forti raffiche di vento spazzano tutto il Comasco, i rovesci assumono carattere nevoso.

Nella periferia sud di Como, a Casnate con Bernate, l’Oss. meteorologico di Bernate R. registra le prime precipitazioni nevose intorno alle ore 15:30; alle ore 16:30 viene segnalata neve moderata con +0,9°C.

Le precipitazioni si esauriscono nel giro di poche ore, senza far apprezzare accumuli di rilievo (a Casnate con Bernate in serata la temperatura tocca il valore minimo di +0,2°C).

Più intensi e spettacolari i fenomeni nel milanese.

L’Oss. meteorologico di Lorenteggio (CML – RML, Centro Meteo Lombardo – Rete Meteorologica Lombarda), registra un accumulo totale di 5 cm (3,2 cm di neve il giorno 17 e 1,8 cm il 18). Alle ore 20:00 la temperatura crolla fino a -0,1°C !.

Gabriele Asnaghi