L’inverno del 1946 – 1947

2 Gennaio 2004 Off Di meteocomo
L’inverno del 1946 – 47: gelo ed abbondanti nevicate nel comasco e nel milanese

In questo breve reportage ripercorreremo i fatti salienti di un inverno rigido e prodigo di neve, ma del quale la città di Como, nelle vicissitudini postbelliche, avrebbe volentieri fatto a meno.

Le cronache di quei giorni davano risalto a notizie ed informative ben più importanti della climatologia spiccia della città di Como.

Nondimeno le fasi di acuto maltempo ostacolavano le già difficili attività di approvvigionamento di generi alimentari, di combustibili e di materie prime di sussistenza: è in quelle occasioni che le già ridotte colonne dei quotidiani comaschi dedicavano maggior spazio agli accadimenti meteorologici.

Gli episodi minori, che ai giorni nostri avrebbero fatto “strillare all’ennesimo record”, non trovavano riscontri dettagliati.

Ecco dunque che per sopperire alla mancanza di dati certi e riferibili alla città di Como (altezza del manto nevoso e temperatura), abbiamo scelto di avvalerci anche dei dati meteorologici ufficiali dell’Osservatorio meteorologico di Brera, posto nel cuore della città di Milano.

A questo proposito vogliamo ricordare come la maggior nevosità del comasco rispetto al milanese, non comporti automaticamente un accumulo di neve superiore per ogni singolo episodio. In un regime depressionario con minimo barico posto sulla verticale del golfo di Genova (Genoa Low), i centimetri di neve cumulati nel basso milanese risultano spesso superiori.

E questo può essersi verificato in uno dei tanti episodi del lungo inverno del 1946-47.

Dicembre 1946

La neve compare nel comasco già nel dicembre del 1946, sui monti come in città, e con essa l’inverno.

Dal bollettino della neve di venerdì 20 dicembre 1946 si possono osservare nel triangolo lariano accumuli di tutto rispetto: S. Maurizio cm 25, Boletto e Bolettone cm 35, Palanzone e Pian del Tivano cm 40.

Negli ultimi 15 giorni dell’anno una persistente area anticiclonica dall’Inghilterra si estende sulla Francia e quindi sull’Italia settentrionale, provocando una discesa di aria polare.

Grazie al progressivo raffreddamento la neve si stratifica al suolo anche nelle zone prealpine del comasco.

Valori termici di tutto rispetto si segnalano da tutto il nordovest italiano: il 22 dicembre Torino registra -12,3°C, Milano Linate -10,2°C.

La vigilia di Natale trascorre con clima rigido in tutta la Lombardia, quasi ovunque con temperature che non superano gli zero gradi centigradi: a Milano l’Osservatorio di Brera dopo aver toccato il giorno 23 il valore più basso del mese (-7,2°C), la vigilia registra una nuova giornata di ghiaccio (in dicembre verranno annotati negli annali meteorologici 18 giorni di gelo e 7 giorni con temperature massime negative !).

Gennaio 1947

L’ondata di freddo, che sembra decrescere, ritrova vigore nei primi giorni del nuovo anno. Venerdì 3 gennaio Brera registra una massima di soli -3,4°C; le città lombarde e piemontesi sono ricoperte dal ghiaccio, gelano gli scambi ed i freni dei tramvai, con interruzioni dei servizi.

Nelle campagne dell’alessandrino si toccano 17 gradi sotto lo zero (-10°C in città) ed il fiume Tanaro viene “ricoperto da una spessa crosta di ghiaccio”. A Torino nella mattina di sabato i termometri del centro radio dell’Aeritalia segnano 13,5 gradi sotto zero (dal “Corriere della sera” di domenica 5 gennaio 1947).

Il freddo si acutizza ulteriormente nella prima decade ed anche nel centro della convalle comasca le temperature minime crollano a valori inferiori ai 10 gradi sotto lo zero.

Ma è tutta l’Italia ad essere nella morsa del gelo: fiumi e canali ghiacciano ovunque.

Torino -14, Milano Brera -11,2, Venezia -11, Asiago -31 (dal “Corriere della sera” di martedì 7 gennaio 1947), Genova -7, Padova -12,1, Vicenza -14, Trento -11,4, Bolzano e Belluno -18 (da “L’Ordine” di mercoledì 8 gennaio 1947), sono solo alcune delle temperature significative di quei giorni.

“Un poco meno rigida la temperatura di ieri”: è quanto titolava il quotidiano comasco “La Provincia” di mercoledì 8 gennaio 1947.

Il giorno 7, presso l’Osservatorio cittadino, la temperatura media giornaliera si attestava a -5°C, al di fuori della convalle, nell’alto lago ed in Brianza le cronache riferivano invece di temperature che continuavano ad essere molto più basse.

il freddo a Como

da “L’Ordine” di mercoledì 8 gennaio 1947

Dalle colonne della “Provincia” non erano segnalati particolari disagi: “anche i servizi pubblici hanno funzionato normalmente, se si fa eccezione per qualche comprensibile ma lieve ritardo sugli orari di arrivo. I guai più grossi sono accaduti in molti appartamenti, dove l’acqua è gelata nelle condutture provocandone in certi casi la rottura, con conseguenze di carattere soprattutto … finanziario per gli inquilini.”

L’Osservatorio di Brera registrava intanto l’estremo assoluto più basso dell’inverno con -11,4°C (la massima raggiungeva faticosamente i -4,8°C); -15,1°C a Pavia, con le acque del naviglio gelate, -12°C a Trieste, Padova, Vicenza e Venezia (la “laguna veneta è ostruita da blocchi di ghiaccio vaganti”) e ben -32 ad Asiago (dal “Corriere della sera” di mercoledì 8 gennaio 1947).

Le temperature timidamente risalgono mercoledì 8 gennaio: – 10,5°C a Milano Brera (con una media giornaliera di -6,9°C).

Dal Piemonte giungono nel frattempo le prime segnalazioni di copiose nevicate in atto (Alessandria).

Giovedì 9 gennaio, mentre ad Asiago lo scirocco fa impennare in 48 ore la temperatura da -32°C a +2°C, Como viene interessata da consistenti precipitazioni nevose.

In Lombardia il freddo lascia dunque spazio alla neve, mai così gradita.

Il “Corriere della sera” di venerdì 10 gennaio 1947 scriveva: “(…) Sicchè ieri verso le ore 17, essa è stata accolta come un dono, il dono bianco. Arresosi il freddo o almeno venuto a più umani patti, anche il vento è caduto” (-7,4°C a Milano Brera).

Non è però una bianca fugace apparizione quella che fa visita al nostro lago: poetica la descrizione dal titolo “Spiriti e forme nella giornata nebbiosa”, comparsa nell’edizione di sabato 11 gennaio 1947 de “L’Ordine”:

“Giornata tipicamente invernale, quella di ieri, sul Lario e nella nostra città: neve per terra, nebbia sul lago, freddo dovunque. Una giornata – diciamo pure indulgendo ad un nostro sentimentalismo – pittoricamente bella e soffusa di temi e tocchi artistici. Como ha una sua bellezza interiore, una sua poesia che si configura in plastica evidenza in certe ore e in alcuni momenti stagionali che nulla hanno a vedere con il settembre lariano o l’autunno lacustre la cui lucentezza è famosa e turistica, ma non scava dentro l’animo questa commozione e quella sottile intimità dalle quali ci sentiamo raggiunti in certi giorni singolari ed estemporanei.

Combinazioni di luci, sfumature di colori, rapporti di volumi e di masse all’ambiente stagionale vi mettono lì, a volte, con stupenda sorpresa, un quadretto che nessun pittore potrebbe fissare sulla tela. (Omissis)”

scuole chiuse

Ma i poetici paesaggi mozzafiato si scontrano con la dura realtà quotidiana, come ricorda martedì 14 gennaio 1947 “L’Ordine” annunciando la proroga alla riapertura delle scuole.

Dopo qualche giorno di lieve aumento termico, dal 23 gennaio una seconda ondata di gelo investe l’Italia.

L’Osservatorio meteorologico di Bergamo venerdì 24 gennaio registra 10 gradi sotto zero, mentre dall’alta Val Brembana e dalla Val Seriana giungono notizie di violente bufere di neve; a Campelli (So), la neve raggiunge l’altezza di 1 metro e 45 cm.

Il “Corriere della sera” di sabato 25 gennaio 1947 scrive: “Da Intra si apprende che nelle ultime 24 ore il termometro è disceso nella zona del lago Maggiore a 11 gradi sotto zero e che bufere di neve imperversano sulle montagne”.

Nella giornata di sabato tutta la Lombardia è interessata da precipitazioni nevose: a Milano si raggiungono i 15 centimetri con temperature siberiane (al Brera la temperatura minima discende a -6,2°C e la massima si ferma a soli -3,9°C !).

A Como, “stante il continuo cadere della neve” è in forse la penultima partita del girone di andata che vede gli azzurri impegnato contro “il veloce undici di Crema”.

“Malgrado le pessime condizioni del campo” la partita viene disputata in un Sinigaglia completamente imbiancato, e con uno spirito sportivo oggigiorno dimenticato (ci immaginiamo le furiose polemiche che avrebbero fatto seguito ad incontri giocati in situazioni estreme di tale portata).

L’episodio infatti, stando anche i valori termici, non fu certo assimilabile alle più comuni nevicate di “addolcimento” tipiche delle nostre zone.

Ma non sono le vicende calcistiche a destare preoccupazione: il maltempo aggrava una situazione alimentare già fortemente compromessa. Destano apprensione le furiose tempeste che continuano ad essere segnalate in Atlantico (nelle regioni costiere dell’Irlanda la violenza delle onde ha portato a galla numerose mine, rendendo pericolosa la navigazione), e nel Mediterraneo.

“La situazione granaria della nostra provincia che sembrava avesse trovato una certa stabilizzazione, si è improvvisamente aggravata in questi ultimi giorni, a causa del maltempo che ha ritardato l’arrivo dei piroscafi attesi per il 22 e il 25 gennaio e paralizzato il traffico nel porto di Genova. Anche i trasporti dalle altre province sono stati ostacolati dalle abbondanti nevicate.

il maltempo aggrava

dal “Corriere della sera” di martedì 28 gennaio 1947

Il Prefetto ha perciò telegrafato ieri sera alla Presidenza del Consiglio, al Ministero degli Interni e all’Alto commissariato per l’alimentazione chiedendo un immediato intervento per fronteggiare la situazione. Un altro telegramma è stato inviato dal Prefetto all’avv. Calabresi, capo della missione pontificia, recatosi recentemente in Argentina perché con la massima urgenza venga effettuato un ulteriore sollecita anticipazione alla nostra provincia sulle disponibilità di grano della Città del Vaticano. In serata si è appreso che il piroscafo Tipton recante ottomila quintali di farina, assegnati alla nostra provincia, è entrato nel porto di Genova”.

L’insistenza delle nevicate, interrotte da barlumi di sole, ed il gelo (a Pavia 15,2 sotto zero e 15 a Voghera) paralizza i traffici tra la Liguria ed il Comasco (così come parecchie altre zone dell’Italia settentrionale).

La seconda invernata prosegue: “Furiose tempeste si sono scatenate in tutto il Portogallo; vengono segnalati 6 morti per assideramento. Anche a Madera, nell’oceano atlantico, è caduta la neve” (da “L’Ordine” di mercoledì 29 gennaio 1947“).

Martedì 28 gennaio riprendono le nevicate su buona parte della pianura padana e sulla riviera ligure.

Il quotidiano milanese il “Corriere della sera”, nell’edizione di mercoledì 29 gennaio 1947, scriveva: “Alla nevicata dell’altro giorno, che aveva coperto la città con una coltre di quattordici centimetri, ne è seguita ieri, dopo poche ore di interruzione, una seconda meno abbondante, che ha raggiunto i 9 cm di altezza”.

L’episodio nevoso addolcisce il clima, più mite come riportato dai quotidiani dell’epoca (ma pur sempre freddo): l’Osservatorio di Brera registra difatti l’ennesimo giorno di ghiaccio con estremi di -2,5°C e -0,7°C.

Il freddo persiste invece nel Piemonte: a Torino, non sono i 4 cm di neve caduti a far notizia ma la temperatura che “si è mantenuta a livello eccezionalmente basso: a 11,6 sotto zero” (da “L’Ordine” di mercoledì 29 gennaio 1947“).

Febbraio 1947

Con l’inizio di febbraio Como è ancora stretta nella morsa di neve e ghiaccio: le ultime nevicate danno alla città un aspetto alpino, più che lacustre.

“Giustificatissime tutte le lamentele che ci giungono d’ogni parte e relative allo stato delle strade dopo la neve caduta nei giorni passati.

Anche le vie e le strade del centro, che sono le più battute da veicoli di ogni genere, non sono state ripulite ed ora una crosta di ghiaccio insidiosa, specie per i pedoni, le riveste.

Alla periferia poi le cose vanno ancor peggio.

La dove esiste una minima pendenza, slitte e sci montati da ragazzi e giovanotti hanno tracciato piste di ghiaccio pericolosissime per chi deve percorrere a piedi le strade.

Sarebbe perciò molto opportuno che un servizio di vigilanza fosse distaccato in quei punti e principalmente in via Tommaso Grossi dove ci dicono che dalle 19 alle 23 si organizzavano delle vere e proprie gare sul ghiaccio”.

vie di ghiaccio

da “La Provincia” di sabato 01 febbraio 1947

“Ma la neve continua a cadere”: nella convalle comasca il secondo episodio di febbraio ha inizio lunedì 3 febbraio.

Nella serata di lunedì 3 i fenomeni abbracciano tutto il nord Italia: “la neve fiocca senza interruzione da ventiquattro ore su gran parte dell’alta Italia. Dalle varie zone della Lombardia, dal Veneto, dalle Marche, dalla Toscana e dalle regioni appenniniche giungono segnalazioni di nevicate abbondantissime, in alcune località più intense delle precedenti” (dal “Corriere della sera” di martedì 04 febbraio 1947).

Nella serata di lunedì a Verbania si misuravano 12 cm di neve, a Voghera 20 cm.

E a Como si continua a sciare per le strade cittadine:

“Vorremmo aggiungere, a questo proposito e facendo seguito a quanto già segnalato, qualche cosa anche noi: vorremmo cioè pregare il Comune di disporre una vigilanza speciale affinché nella periferia, dove si scia e si slitta e le strade sono diventate addirittura impraticabili, venga dato modo ai passanti di circolare senza serio pericolo. Ciò dicasi per la più parte delle strade cittadine dove la neve si ammucchia alla neve, formando sottili striscie di ghiaccio che ne rendono pericolosa la viabilità”.

un'altra nevicata

da “La Provincia” di martedì 04 febbraio 1947

La neve cade abbondante anche nel milanese: dopo una mite domenica, che aveva visto timido e pallido comparire un sole quasi primaverile, verso le 22 il tempo peggiora improvvisamente. Nella notte tra domenica e lunedì la temperatura non si spinge oltre ai -3,8°C, per poi mantenersi nella giornata sullo zero: “Mossa da un debole vento freddo, la neve è stata ieri particolarmente fastidiosa, incerta spesso se tramutarsi in pioggerella sottile, ma infittendo verso sera con l’abbassarsi della temperatura.

Ieri gli osservatori cittadini hanno registrato 10 cm di neve che aggiungendosi ai 13 delle precedenti, sommavano a ben 23 cm” (dal “Corriere della sera” di martedì 04 febbraio 1947).

Nella giornata di martedì 04 febbraio tutto il nordovest Italiano viene sepolto dalla neve.

Nel centro cittadino di Como cadono 50 cm di neve che, aggiuntasi ai residui della precedente, paralizzano completamente le attività.

Il quotidiano comasco “L’Ordine”, nell’edizione di mercoledì 05 febbraio 1947, osserva come siano “rari gli anni in cui la neve insiste a stratificarsi lungo le strade ed i tetti”.

como paralizzata
da “La Provincia” di mercoledì 05 febbraio 1947

“Da anni non si verificava una nevicata così eccezionale e proprio ad inverno inoltrato, quando ormai nessuno se l’aspettava”.

“Como offriva ieri uno spettacolo desolato: rari i passanti e le macchine, impraticabili le strade, sospesi i servizi tranviari e di autobus”.

Pesanti le polemiche sulla scarsità di spalatori, “nonostante” (si faceva notare) a questi venissero corrisposte 90 £ all’ora.

Forti disagi sia per il trasporto ferroviario (sulle ferrovie Nord nessun treno è stato in grado di raggiungere Milano) che su strada. Anche le zone periferiche di Como risultavano irraggiungibili, episodio questo difficile anche solo da immaginare ai nostri giorni:

“Le filovie ed i tram, come abbiamo detto, non hanno ieri funzionato minimamente.

Nell’odierna mattinata, però, sarà ripreso il servizio per Camerlata: e in giornata il tram si spingerà fino a Cantù, Appiano ed Erba.

Del servizio autobus per Lecco, sarà effettuato soltanto quello delle ore 12: gli altri sono, per ora, soppressi.

Si spera inoltre di poter fare qualche corsa fuori orario anche per Cernobbio e Ponte Chiasso.

L’unico mezzo che ha funzionato è stata la funicolare che ha continuato il suo servizio tutto il giorno nonostante la neve.”

Le attenzioni dei Comaschi sono sempre rivolte a Genova: “gravissima, intanto, si presenta la situazione alimentare, dato che sono attesi i rifornimenti di farina da Genova, rifornimenti che non possono effettuarsi a causa dell’impraticabilità delle strade”.

Raramente si erano attesi in passato i primi segni della primavera con tale trepidazione:

“Se avremo un po’ di pioggia, l’animo potrà aprirsi alla speranza, perché in tal caso i camions da Genova potranno giungere con i rifornimenti di farina”.

Ma neve, gelo e vento fortissimo bloccano le attività lavorative nel porto di Genova (da “La Provincia” del 6 febbraio 1947).

In provincia di Como, a Lecco, dopo 22 ore filate, “la bianca, spessa coltre ha raggiunto l’altezza di 45 cm in città, di 56 cm a Mandello e di metri 1,50 ai Piani Resinelli.

Si tratta di una delle più spettacolari nevicate di questi ultimi tempi” (da “La Provincia” di mercoledì 05 febbraio 1947).

A Milano, secondo le segnalazioni dell’Osservatorio di Brera, dalle 19 di lunedì alle 14 di martedì cadono 49 cm di neve, che aggiuntasi ai 10 cm caduti in precedenza, portano la precipitazione complessiva di febbraio a 59 cm (92,5 cm dall’inizio dell’inverno).

In serata la neve si dissolve però in pioggia (dal “Corriere della sera” di mercoledì 05 febbraio 1947).

1946-1947

Ecco alcuni dati dal nord-ovest della nostra penisola: 58 cm a Pavia, 75 cm a Voghera, 40 cm a Piacenza, 20 cm a Genova, 60 cm a Novara, oltre 50 cm ad Alessandria e ben 80 cm a Novi, dove si deplorano crolli ai tetti (dal “Corriere della sera” di mercoledì 05 febbraio 1947).

Mercoledì 05 febbraio, “in una giornata quasi primaverile“ (minima -0,8°C ; massima +4,5°C a Milano Brera) la Lombardia faticosamente cerca di superare la grande nevicata. Il Corriere di giovedì 06 febbraio 1947 titolava: “Tutte le forze mobilitate per il ritorno alla normalità”.

Ma passano appena 3 giorni e la neve ritorna con nuovi disagi ed una rinnovata preoccupazioni per la situazione alimentare, sempre più critica per la città di Como, ancora in attesa dei rifornimenti da Genova (“che non potranno giungere a destinazione se la viabilità delle strade non migliorerà”).

“Un’altra nevicata è venuta ad intralciare ancora di più la già precaria situazione del traffico cittadino.

Decisamente, quest’anno, l’inverno vuol lasciarci un ben triste ricordo.

Parlare della situazione delle strade è cosa superflua: già nei giorni scorsi abbiamo fatto presente l’opera degli spalatori venga non solo aumentata ma anche guidata con raziocinio, in modo da dare quei risultati che si rendono necessari.

I servizi pubblici che avevano cominciato a riprendere il loro regolare funzionamento, sono stati nuovamente intralciati da questa nevicata.”

ancora neve

da “La Provincia” di domenica 09 febbraio 1947

“A Milano, sino alle venti di sabato sera erano caduti altri 8 centimetri di neve; neve però bagnata (la temperatura massima ha raggiunto i +4,5°C) che non ha fatto molta presa sul terreno, e che si è dissolta in limacciosa fanghiglia” (dal “Corriere della sera” di domenica 09 febbraio 1947).

corriere

L’inverno comasco viene addolcito dalla prova degli azzurri che superano al Sinigaglia la più blasonata Juventus con il risultato di 1-0: l’incontro “ha potuto aver luogo in una degna cornice di pubblico dopo un vero gigantesco lavoro per la spalatura del campo” (da “La Provincia” di mercoledì 12 febbraio 1947).

piacenza

da “La Provincia” di mercoledì 12 febbraio 1947

Martedì 18 febbraio 1947 il carnevale postbellico “muore nella neve”: “qualche petardo lanciato dai soliti ragazzi turbolenti, una manciata di coriandoli sui passanti freddolosi, una stella filante che pende da un poggiolo, e la malinconia di un paesaggio su cui la neve continua a scendere ininterrotta: ecco in brevi tratti descritto quest’ultimo giorno di carnevale”.

morto nella neve

da “La Provincia” di mercoledì 19 febbraio 1947

Il nuovo episodio, di debole intensità, non crea particolari disagi a Milano (5 cm, con estremi di -0,8°C e + 1.3°C): “ sui mucchi di neve ancora troneggianti lungo le cordonature dei marciapiedi si è depositato un niveo velo ed i monumenti cittadini, appena spogliati del loro mantello invernale, si sono ricoperti nuovamente di leggere strisce di ermellino” (dal “Corriere della sera” di mercoledì 19 febbraio 1947).

Febbraio si congeda con l’ennesima nevicata, la settima per Milano.

“Dopo un periodo di una certa clemenza, durante il quale cadevano sotto piccole valanghe i cornicioni delle case sinistrate e il gocciolare era divenuto uno stillicidio della città che si versava sulle strade e sui passanti; dopo tale periodo di fine febbraio, che faceva pensare a un prossimo ingresso dolce primaverile, ecco d’un tratto la settima neve”.

settima

dal “Corriere della sera” di venerdì 28 febbraio 1947

Qualche dato ufficiale dell’Oss. meteorologico di Milano Brera (*)

L’episodio di giovedì 27 febbraio pone fine ad un trimestre eccezionalmente freddo e prodigo di neve per tutta la Lombardia.

Il dato ufficiale dell’Osservatorio di Milano Brera è emblematico: 117,0 cm di neve cumulati in 17 giorni.

Nel trimestre invernale si registrarono 28 giorni di ghiaccio (ossia giornate nelle quali la temperatura si mantenne costantemente al di sotto degli zero gradi centigradi), valore quest’ultimo ben superiore alla norma.

Ecco alcuni dati in dettaglio:

Estremi termici inverno 1946-47

Minima assoluta

Giorno

Massima assoluta

Giorno

Dicembre 1946

-7,2°C

23

+10,2°C

10

Gennaio 1947

-11,4°C

07

+10,8°C

18

Febbraio 1947

-9,4°C

02

+7,1°C

14

Temperature medie inverno 1946-47

Tm minima

Tm massima

Tm mensile

Dicembre 1946

-1,45°C

+3,23°C

+0,75°C

Gennaio 1947

-5,16°C

+0,18°C

-2,59°C

Febbraio 1947

-1,14°C

+2,89°C

+0,86°C

Medie

-2,58°C

+2,10°C

-0,33°C

Neve (cm cumulati)

N° gg con neve

Dicembre 1946

8,5

2

Gennaio 1947

25,5

8

Febbraio 1947

82,2

7

Totale inverno

117,0

17

Giorni di gelo e di ghiaccio

gg con T min ≤ 0°C

gg con T max ≤ 0°C

Dicembre 1946

18

7

Gennaio 1947

31

19

Febbraio 1947

20

2

Totale inverno

69

28

(*) Luigi Santomauro “Lineamenti climatici di Milano 1763-1955” (Quaderni della “Città di Milano”)

Gabriele Asnaghi